MANIFESTAZIONE AL NIGLIO “STOP A BULLISMO E VIOLENZA, SI PARTE DALL’EDUCAZIONE SCOLASTICA”

STOP A BULLISMO E VIOLENZA: “SI PARTE DALLA SCUOLA CON IL SOSTEGNO DELLE FAMIGLIE E FORZE DELL’ORDINE”.

Di RAFFAELE CAPASSO

Frattamaggiore. Il Bullismo è una delle grandi piaghe della società, sempre più diffuso tra i giovanissimi e talvolta anche tra i banchi di scuola. Una forma di comportamento offensivo e coercitivo tra i ragazzi. Per questo il problema è stato affrontato e discusso nell’istituto Niglio di Frattamaggiore, nel corso di un forum che ha avuto per tema:“Bullismo, prepotenza e violenza, si parte dall’educazione scolastica”. La giornata è stata introdotta da un video – documento contro il bullismo, realizzato con la partecipazione della cantante partenopea, Monica Sarnelli, insieme agli allievi del campione mondiale di kick-boxing, Giacinto Corso di Grumo Nevano, dall’attore Roberto Arabiano, dal professore dell’istituto Niglio, Sossio Giordano e dal cameramen Angelo Papaccioli. I lavori moderati dalla giornalista, Rosalba Avitabile, sono stati aperti dal dirigente scolastico, Giuseppe Lamberti, che ha voluto fortemente questa iniziativa, per sottolineare la forte dispersione scolastica, favorita soprattutto dai genitori, per mancanza di risorse economiche, e dalla presenza di bulli nella scuola, che arrivano soprattutto dalle case famiglie. All’incontro sono intervenuti il capitano dei carabinieri di Casoria, Pierangelo Iannicca, che ha attribuito alle istituzione e alla società, i fenomeni di bullismo e di violenza”. La psicologa, Carmela Vitale che ha evidenziato: “L’importanza della famiglia e della scuola per debellare fin dall’infanzia il fenomeno del bullismo che genera poi violenza, per evitare ripercussioni gravi nel corso del tempo”, l’avvocato penalista, Sabrina Capasso, presidente dell’associazione, civile e penale “Per Noi Donne”, che ha illustrato il programma dell’associazione rivolto soprattutto alle fasce deboli. Mentre, per il procuratore capo del tribunale dei minorenni di Napoli, Roberto Gentile: “Il fenomeno si può debellare, attraverso i continui appelli lanciati dai mass – media. Per quanto riguardano le case famiglie, sono pene alternative al carcere, correlati da un programma di rieducazione, quando viene meno questo è colpa delle educatrici e quindi bisogna ricorrere alla denuncia”. Infine per Giuseppe Liguori, responsabile, sezione p.g. della procura per i minorenni di Napoli, “La presenza dei genitori nella vita quotidiana dei figli è importante, in modo non autoritario, né lassativo, ma equilibrato”. I lavori sono stati conclusi dal professore Sossio Giordano, presidente dell’associazione “Il Musicante”, che ha lanciato una lama sulle case famiglie penali – “Ricevono fondi per la rieducazione dei ragazzi e per l’inserimento nel mondo del lavoro, che purtroppo non vengono gestiti bene, perché a scuola, molti episodi di bullismo, denunciati tra l’altro dalle forze dell’ordine, sono commessi proprio dai ragazzi delle case famiglie penali e civili”. La giornata si è conclusa con gli interventi da parte dei professori e degli studenti dell’Istituto.

 

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