Crispano. Tour della legalità dell’istituto comprensivo Quasimodo sull’asse Crispano – Casal Di Principe e Roma, con Libera, Comitato don Peppe Diana, Polizia postale, carabinieri e Comune. Si parte il 18 marzo. Fitto il calendario degli eventi.

di Rosalba Avitabile. Sono in pieno svolgimento le iniziative per il trentennale dell’uccisione di don Peppe Diana che il 19 marzo porteranno a Casal di Principe gli studenti di Crispano insieme a quelli provenienti da tutta Italia. Mancano pochi giorni a quella data e gli appuntamenti sono praticamente quotidiani dell’Istituto Quasimodo di Crispano. Si parte il 18 marzo alle 10 con le classi IV e IV della scuola primaria e secondaria, coordinate dalla dirigente scolastica Gilberta Materazzo, per la marcia della legalità. Gli studenti attraverseranno le strade cittadine di Crispano, in particolare quelle dedicate ai due magistrati uccisi dalla mafia, via Falcone e Borsellino. L’iniziativa nata dalla collaborazione del Comune, carabinieri, polizia di stato, Libera e comitato don Peppino Diana. L’appuntamento si rinnova il 19 alle 9.30 a Casal di Principe, dove gli studenti delle classi terze Sec. I gr. Crispanesi si incontreranno con migliaia di giovani e scout provenienti da tutta Italia all’esterno della chiesa di San Nicola di Bari, dove trent’anni fa, si consumò l’efferato omicidio, perchè, il sacerdote don Peppe Diana, considerato dalla camorra, una voce scomoda mai messa a tacere e che, ancora oggi continua a indicare la strada del cambiamento.  La marcia della Quasimodo continua il 21 Marzo a Roma per la giornata della memoria e dell’impegno in ricordo di tutte le vittime innocenti uccise dalle mafie, dove parteciperanno gli studenti delle classi I Sec. I gr. Il 22 marzo alle 9,30 e 11,30, incontro nelle due scuole dell’Istituto, con la polizia postale. Il 26 si dialoga con i diritti e doveri alle 10, con gli alunni delle classi quinte della primaria, con il garante dell’infanzia e dell’adolescenza e un rappresentante del telefono azzurro. (Il trentesimo anniversario dell’uccisione di Don Peppe Diana ci richiama al suo essere uomo vero, un credente ed un prete vero, consapevole dell’irrinunciabile vocazione ad essere protagonista della storia, e perciò assolutamente mai disposto a lasciare che una certa assuefazione collettiva della società umana, particolarmente della sua terra, della terra in cui viveva, dovesse continuare a rimanere piegata sotto lo schiacciante peso della prepotenza camorrista”. (Mons. Angelo Spinillo, tratto dal documento “Trent’anni di voci sulle terre di don Peppe Diana”)