Il Coronavirus porta via un magistrato dalle doti rare, Luigi Fronzio, procuratore aggiunto di Napoli: dalle indagini sulla faida di camorra di Scampia alla Dda.

Il magistrato aveva 62 anni: dopo due mesi trascorsi al Policlinico, si trovava a Imola per la riabilitazione. Il procuratore capo Melillo: “Gigi era un uomo forte e mite, che ha lottato contro una malattia terribile con tutte le sue forze. Un magistrato dalle doti rare per prudenza di giudizio e rigore nelle valutazioni” Sembrava stesse bene,dopo due mesi trascorsi in Policlinico a Napoli a lottare contro il Covid. Il procuratore aggiunto di Napoli, Luigi Frunzio, si trovava a Imola, ricoverato in una struttura dove aveva iniziato da pochi giorni un percorso di riabilitazione. La malattia lo aveva provato e sfinito. Ma le sue condizioni erano migliorate e la notizia della morte è arrivata improvvisa e inattesa. L’ha comunicata il procuratore capo Giovanni Melillo con una mail di poche, commosse righe. Che hanno gettato nello sconforto i magistrati dell’ufficio della procura, gli uomini della polizia giudiziaria e i cronisti che di Frunzio apprezzavano il rigore, la serietà, la cortesia, la calma, l’equilibrio.
Frunzio annoverava un curriculum importante. Sua l’inchiesta sul crac di “Professione e Finanza” a metà degli anni 2000, periodo in cui insieme ad altri pm condusse le indagini sulla faida di camorra di Scampia, una lunga sequela di omicidi che insanguinarono Napoli. Negli ultimi anni, dopo aver guidato la sezione Fasce Deboli, aveva assunto il ruolo di coordinatore della Direzione distrettuale Antimafia con delega sui clan dei Casalesi. Immagine YouTube, canale “anteprima24 giornale online”
Il procuratore capo Melillo lo aveva nominato suo vicario “tenuto conto dell’esperienza maturata nell’esercizio delle funzioni semidirettive requirenti e del rilievo dell’attività di collaborazione con il procuratore della Repubblica fin qui svolta nel coordinamento della Dda e negli altri ambiti delegati di attività”. Ed ora lo ricorda così: “Gigi era un uomo forte e mite, che ha lottato contro una malattia terribile con tutte le sue forze. Un magistrato dalle doti rare per prudenza di giudizio e rigore nelle valutazioni. Ma anche di grande umanità. Era amato da tutti gli uomini e le donne del nostro ufficio. Abbiamo tutti perso un amico e un punto di riferimento insostituibile. E’ un giorno tristissimo per tutti noi”.