FRATTAMAGGIORE. Lunedi’ in albis, appuntamento alle 17,30 in piazza Umberto I, con “Son che a scet”, rappresentazione dei sacri misteri.

La Festa di Gesù risorto – La festa che si celebra da qualche secolo a Frattamaggiore con grande manifestazione di popolo, il pomeriggio del Lunedì in albis, è espressione sinergica dell’impegno e dell’interesse delle componenti religiose civili e culturali del paese.
Per la sua realizzazione opera soprattutto la Basilica Pontificia di San Sossio, che è depositaria delle strutture materiali della festa (statue e strumenti), custode attenta e valorizzatrice del messaggio religioso della tradizione originaria. Operano anche le altre organizzazioni culturali del paese, come la Pro Loco, presieduta da Angelo Della Corte e dal vice, Sossio Giordano. Ed operano le associazioni popolari dei “portatori” delle statue e dei volontari della protezione civile.Il documento più antico – A metà del XVII secolo si consolidò l’uscita in processione delle numerose congregazioni locali nel Lunedì in albis per celebrare il mistero della Risurrezione di Cristo.Il nome e il significato della Festa – La manifestazione è denominata nel gergo popolare frattese antico come “sona ca’ sceta” (fort.: “suona con la tromba del risveglio”) che annuncia l’incontro del popolo con il Risorto ed il suo “ritrovamento” nell’ambiente tipico, canapiero, paesano antico: “l’hanno truveto rint’ ‘a stoppa arravuglieto”.Si tratta di un “annuncio” che coinvolge l’intera popolazione e che viene rimandato a voce dalla folla da un luogo all’altro del paese il quale, così, diviene lo scenario urbano del rincorrersi e del movimento concitato dei “santi”, sollevati in alto per essere visibili da tutti e trasportati a spalla, i quali vanno alla ricerca del Risorto, la cui presenza viene a lungo confusamente segnalata tra loro fino al finale ritrovamento.