Melito. Fari puntati sulla compagnia teatrale “Tiemp bell ‘e navota”. Successo per la kermesse teatrale.

di Antonio Parrella. Grande successo per la kermesse teatrale “Sechiure ‘naporta es’arapenucunvento”,una commedia in due atti di Antonello Aprea, interpretata magistralmente dalla nota compagnia teatrale “Tiempbell ‘e na vota”. L’adattamento della commedia, messa in scena nei giorni scorsi presso la sala consiliare del Comune e presentata dall’eclettico Gabriele Blair, è stato curato di Enzo Cicala. Il titolo della commedia nasce parafrasando un vecchio detto napoletano “Se chiude na porta e s’arapenu’ portone”. Un detto che sta a significare che nella vita non bisogna mai arrendersi, anche se la situazione sembra davvero compromessa. All’improvviso ci sarà una via di uscita che risolverà ogni problema.La trama. “Nel nostro caso – spiega Ida Russomanno, fondatrice della compagnia attiva – un gruppo di popolani napoletani sono costretti a lasciare un palazzo pericolante e non trovano di meglio che rifugiarsi in un convento con sole tre suore e che rischia di essere chiuso. Le suore sono disperate, ma, nello stesso tempo, la badessa non vuole accettare questi popolani. All’ insaputa della badessa e con la complicità di una novizia, su idea della capintesta popolana, per dimostrare che il convento è popolato si travestono tutti da suore all’ arrivo di una ispettrice da Roma.Lo stratagemma – prosegue Russomanno – funziona fino a quando, in seguito ad alcuni episodi, viene scoperto. Una volta scoperti, i popolani fanno presente alla suora ispettrice le loro difficoltà e che non è giusto tenere strutture così grandi vuote mentre c’ è gente che ha bisogno di alloggio. La suora ispettrice sorride a questa trovata e loda la fantasia dei napoletani”. La rappresentazione racchiude una metafora, come nelle migliori commedie dantesche. Quasi un parallelismo con la realtà che ci troviamo a vivere, con i tempi e le questioni contemporanee. La commedia vuole essere un invito simbolico ed un monito per le istituzioni di utilizzare ogni struttura, soprattutto le più inutilizzate, per una vera e propria accoglienza di persone e/o famiglie bisognose in caso di necessità.