I MERCATINI DELL’USATO: ARTE DI ARRANGIARSI DEL SUD ITALIA. Come la crisi economica ha influito sul tessuto sociale.
di Vincenzo CRISTOFARO
La crisi economica esaspera le famiglie italiane da anni, ma quelle del Sud Italia sono le più martoriate. Varie aziende chiudono o nel miglior dei casi si limitano a ridurre il personale con qualche licenziamento, conservando pochi posti di lavoro. Operai, impiegati o genericamente dipendenti si trovano d’improvviso senza lavoro anche quella che un tempo era considerata una classe ricca, i professionisti, subisce gli effetti della crisi. Qualche giovane coraggioso emigra nei ricchi paesi del Nord Europa, diventati ormai sempre più bisognosi di laureati stranieri. Ma chi non è un giovane laureato cosa può fare? Chi ha una famiglia e si è trovato di punto in bianco senza lavoro, quale alternativa ha? Si ingegna, si inventa un lavoro, prende iniziativa, praticamente si attiva e si mette all’opera… . Ecco che nascono vari mercatini dell’usato, un modo per continuare a lavorare. In ogni città, che possiede uno spazio all’aperto ( come già accade a Frattaminore ed Orta di Atella), varie persone organizzano vere e proprie fiere. Inizialmente gli articoli in vendita, provenivano dalle loro case o dalle loro aziende chiuse o da qualche trasloco, oppure qualcuno alle prime armi li riceveva da amici e parenti, ma con un unico fine: procurarsi qualcosa di soldi ancora per un altro giorno. Anche l’organizzazione di questi mercatini ha avuto una sua evoluzione. Prima sono nati con venditori che si disponevano alla rinfusa, poi spontaneamente tra di loro si stabiliva un’organizzazione, fino ad oggi, con lo spuntare di vere e proprie associazioni che, dietro pagamento giornaliero, organizzano veri e propri settori merceologici.
Ancora una volta, il perennemente povero Sud Italia mostra la voglia di attivarsi, di uscire da quella che sembra una costante: la costante crisi economica e soprattutto la disoccupazione. Dimostrando sempre una sua caratteristica: l’ Arte di Arrangiarsi.