FRATTAMAGGIORE. AUTISMO. LETTERA DI UNA MAMMA DI UN RAGAZZO AUTISTICO.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO.
Gli ultimi fatti di cronaca che riguardano la condizione delle famiglie “con disabilità” hanno riportato alla luce ancora una volta un mondo sommerso, fatto di fatica e dolore, difficoltà quotidiane e solitudine, sgomento e rassegnazione e potrei continuare ancora per molto con aggettivi più o meno pesanti. I rarissimi momenti di serenità non bastano a compensare una vita completamente dedicata ai propri cari con disabilità, fatta di amore incondizionato ma anche di continue rinunce ed estenuanti battaglie per conservare un minimo di dignità. Non approvo ma riesco a comprendere quei genitori che, completamente esausti, vogliono affidare il loro figlio autistico ai servizi sociali. Pensate quale disperazione e quale lacerazione c’è nel loro cuore. Un altro genitore si è tolto la vita perchè non riusciva più a reggere la condizione della figlia affetta da una grave sindrome che la rende completamente dipendente da chi la assiste. Ogni tanto questi fatti di cronaca ci ricordano che le famiglie sono state lasciate sole ad affrontare un situazione difficilissima. La legge Basaglia ha avuto il merito di aver fatto chiudere i manicomi ma le infrastrutture previste a supporto dei pazienti non sono mai state neanche pensate. Tutto è ricaduto sulle famiglie, facendole diventare tanti piccoli manicomi. Comunque anche oggi continuano i maltrattamenti e gli abusi sui più deboli, lo vediamo molto spesso in strutture più o meno sparse su tutto il territorio italiano. Allora cosa è cambiato? Nulla!!!! Il buio continua imperterrito ad imperare sul futuro di queste famiglie. Lo Stato ha il dovere di provvedere, nel miglior modo possibile e con urgenza, ad aiutare queste persone e le loro famiglie, non bastano i pannicelli caldi, non servono a nulla gli interventi a macchia di leopardo, ci vigliono strutture “pubbliche” specializzate, capaci di assistere, aiutare, accogliere, formare e dare speranza in un futuro vivibile. Basta morti, basta disperazione mangiata come pane quotidiano, non sempre le famiglie sono in grado di dare risposte adatte ed efficaci a situazioni più grandi di loro. Soccombono sotto il peso di una dilaniante e onnipresente disperazione. Basta suicidi di padri e madri disperati che non reggono più il pensiero che un giorno i loro figli saranno rinchiusi o maltrattati. Stato, dove sei? Diritto, dove sei? Bsogna urlare perchè siamo gli ultimi della fila e se non urliamo non ci ascolta nessuno.
Carmela Simeone, madre di un ragazzo autistico.