Casal di Principe. Don Peppe Diana, ucciso il giorno del suo onomastico. 25 anni dopo la sua morte. Francobolli del vaticano.

di Rosalba Avitabile. Lunedì 18, a partire dalle 21, veglia di preghiera a San Nicola di Bari, la parrocchia di don Peppe Diana. E nella stessa chiesa, il 19 alle 7.30, l’ora nella quale il parroco venne ucciso, sarà celebrata la Messa. Seguirà la grande marcia per le vie del suo paese fino al cimitero nel quale è sepolto.La giornata del 19 marzo è promossa dalla Diocesi di Aversa, comune di Casal di Principe, Comitato don Peppe Diana, Libera, Scuola di Pace don Diana, il comitato organizzatore del 25esimo ‘Per Amore non Tacerò’, Agesci, Foulards Blancs, Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti. Con il sostegno di Camera di Commercio di Caserta e Fondazione. Nuovi francobolli vaticani per commemorare il 25esimo anniversario dell’omicidio di don Giuseppe Diana, il parroco di Casal di Principe ucciso dalla camorra, i 150 anni di fondazione dell’ospedale pediatrico della Santa Sede “Bambino Gesù”, i 90 anni dei Patti Lateranensi e i 100 del ripristino delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Polonia. Per la serie Europa 2019, saranno emessi invece due bolli che ritraggono due uccelli nazionali. L’Ufficio Filatelico del Vaticano annuncia quattro emissioni filateliche previste per il 19 marzo e una il 29.Don Diana, la pistola e i tentacoli della Piovra. In occasione della festa di San Giuseppe, saranno emessi 120mila esemplari di un minifoglio da 6 bolli, del valore di 1,10 euro, realizzato da Marco Ventura, per ricordare il sacrificio di don Peppe Diana. L’artista ritrae il parroco campano, ucciso da due sicari la mattina del 19 marzo 1994, mentre si preparava a celebrare la messa nella sua chiesa a Casal di Principe. Ai suoi piedi, una mano con una pistola emerge da un cumulo di rifiuti popolati da topi e dai tentacoli di una piovra. Nel depliant dedicato ai collezionisti, l’Ufficio Filatelico della Santa Sede ricorda che il sacerdote, nato nel paese del casertano il 4 luglio del 1958, “nel 1989 fu nominato parroco a San Nicola di Bari” e “con grande forza di volontà iniziò subito a lavorare per realizzare un centro di accoglienza per i primi immigrati africani, cercando così di impedire che diventassero manovalanza della malavita. Nell’intento di porre fine al dominio della camorra sul territorio scrisse un documento dal titolo: «Per amore del mio popolo non tacerò». Le parole e le azioni del prete divennero poi bersaglio dei clan camorristici, che non potevano accettare questo smacco”.